Donne con disabilità, quando la violenza abita tra le stesse mura. Il messaggio per la Giornata contro la violenza di genere
“Difendere e ampliare la propria autonomia, sempre: prima di tutto come forma di amore e di rispetto verso se stesse e poi come difesa nei confronti di quella violenza psicologica sottile, quotidiana e non meno lacerante di quella fisica, di cui possono essere vittime le donne non vedenti”.
Con questo messaggio della presidente regionale Uici, Alina Pulcini, l’Unione italiana ciechi e ipovedenti delle Marche aderisce alla Giornata internazionale contro la violenza di genere.
“Oggi è meglio se non esci. Non ho tempo per accompagnarti. Se non ce la fai da sola, rinuncia. Un lavoro? E come fai con la tua cecità? Sono mille gli atteggiamenti che per una donna non vedente si traducono in violenza quotidiana – racconta Alina Pulcini -. Perché quando la tua vita dipende completamente dagli altri basta un compagno indifferente o una famiglia eccessivamente protettiva a lacerare la tua personalità. E’ così che molte donne vivono nel silenzio della propria abitazione questo tipo di dolore che nel tempo si traduce in una sofferenza invalidante più della stessa malattia perché conduce all’isolamento totale, che è la condizione peggiore”.
“Fortunatamente – sottolinea la presidente regionale Uici – a fronte di un numero limitato di violenze domestiche, registriamo un alto numero di rapporti sani, con famiglie che riescono a convivere serenamente con una persona che non vede e ad accompagnarla verso la conquista della propria autonomia. Ma è comunque indispensabile non abbassare mai la guardia e portare alla luce tutto il sommerso”.
Ancona, 25 novembre 2019